Durante il nostro viaggio a Cracovia, che vi abbiamo raccontato nell’articolo che trovate nel banner qui sotto, abbiamo anche effettuato una visita al più celebre campo di sterminio nazista, quello di Auschwitz anzi, senza fare tanti giri di parole, questo è stato il motivo principale che ci ha spinti a recarci a Cracovia. Il campo di concentramento di Auschwitz si trova nelle vicinanze della cittadina di Oświęcim (in tedesco chiamata Auschwitz) e durante la Seconda Guerra Mondiale vi furono sterminati più di un milione di prigionieri, la maggior parte dei quali erano ebrei. Durante l’Olocausto, con l’aumentare dei prigionieri internati ad Auschwitz, vennero creati altri campi di concentramento satellite tra questi il famigerato campo di sterminio di Birkenau conosciuto anche come Auschwitz II.

Cracovia in tre giorni: la nostra esperienza

La visita di Auschwitz parte sempre da un soggiorno a Cracovia, se volete saperne di più su questa magnifica città leggete il nostro articolo dove vi raccontiamo la nostra esperienza in famiglia. Buona lettura!

Indice dei Contenuti

VISITARE AUSCHWITZ CON I BAMBINI: SI O NO?

Questo è stato il primo interrogatorio che ci siamo posti durante l’organizzazione di questo viaggio a Cracovia: eravamo con tre bambini di quattro anni ed un neonato al di sotto dell’anno di età, tralasciando quest’ultimo ci siamo domandati per tanto tempo cosa fare con gli altri tre, troppo piccoli per capire dove si sarebbero trovati e per tenere un comportamento rispettoso del luogo che sarebbero andati a visitare ma troppo grandi per portarli ugualmente “tanto non capiscono niente”. 

Il sito ufficiale non ne vieta l’ingresso ma lo consiglia dai 14 anni e dopo essere usciti da lì quasi con le lacrime agli occhi crediamo che sia giusto attenersi al suggerimento in quanto si vedono e si odono le narrazioni di atrocità incredibili; ovviamente nessuno più di un genitore conosce il proprio figlio quindi, soprattutto con i ragazzi di oggi molto svegli, si può anche anticipare rispetto ai quattordici anni consigliati però per quanto riguarda i bambini piccoli, soprattutto nell’età dei nostri, sconsigliamo assolutamente la visita e non solo per la crudezza di quello che si andrà a vedere. Per prima cosa c’è tanta, tantissima, gente ed occorre rispettare le code che creano i gruppi delle visite guidate ma soprattutto occorre restare in silenzio, in alcune sale la guida ci spiegherà dall’esterno cosa andremo a vedere perché non è consentito parlare all’interno, in un paio di sale è vietato fare fotografie in rispetto del dolore delle persone che hanno subito atrocità enormi quindi capirete che tenere dei bambini fermi, in coda ed in assoluto silenzio per alcune ore è opera pressoché impossibile e sarebbe una mancanza di rispetto verso il luogo e gli altri visitatori disattendere queste regole oppure dover sempre stare dietro ai bambini richiamandoli all’ordine.

Al netto di tutto ciò noi abbiamo deciso di non portare i bambini e crediamo di aver fatto la scelta giusta anche perché durante tutta la visita non ne abbiamo visto uno e di gente ce n’era davvero tanta, detto questo rimane una scelta molto soggettiva e quindi lasciamo a voi la vostra.

COME ORGANIZZARE LA VISITA AD AUSCHWITZ

Il secondo aspetto sul quale ci siamo concentrati è stato come organizzare la visita ai campi di concentramento, parliamo al plurale perché la visita comprende sia Auschwitz I che Auschwitz II Birkenau. Le soluzioni sono sostanzialmente due.

Organizzare la visita fai da te

È possibile organizzarsi per conto proprio prenotando online i biglietti a partire da 90 giorni prima. La prenotazione avviene sul sito ufficiale del Museo Auschwitz-Birkenau.

Una volta entrati nel sito avrete due opzioni di scelta, la visita di gruppo con guida e la visita individuale, per quest’ultima non si paga nulla ma è obbligatoria la prenotazione e va indicato l’orario in cui si vuole effettuare l’ingresso. Per la visita con guida si pagano invece 60 zloty (circa 15 euro) ed è possibile scegliere tra diverse lingue straniere tra cui l’italiano e la lunghezza del tour. I biglietti a disposizione non sono numerosi quindi meglio prenotare appena possibile. Inizialmente la nostra scelta era caduta sulla visita individuale un po’ perché il “fa da te” ha sempre rappresentato il nostro modo di viaggiare e quindi abbiamo una certa repulsione verso i tour di gruppo ed un po’ perché volevamo partire il prima possibile ed effettuare la prima visita di giornata per due diversi motivi: il primo era che lasciando in città il resto della famiglia volevamo rientrare quanto prima ed il secondo che andando preso contavamo di trovare meno gente. Dopo aver prenotato online i biglietti gratuiti per la visita delle 7:30 però ci siamo resi conto che non saremmo riusciti ad arrivare in tempo con l’autobus visto che il primo partiva da Cracovia alle 6:20 ma col passare dei giorni abbiamo anche maturato la convinzione che il modo migliore per comprendere il luogo che saremmo andati a visitare era quello di avere una guida ma non avendo più trovato posto per le visite guidate sul sito ufficiale ci siamo affidati ad un tour con partenza da Cracovia.

Partecipare ad un tour da Cracovia

Questa è senza ombra di dubbio l’opzione maggiormente utilizzata ed anche quella più comoda, in giro per la città sono disseminati tantissimi uffici che vendono varie escursioni tra le quali la più quotata è ovviamente quella ad Auschwitz-Birkenau, ovviamente è anche possibile acquistare il pacchetto online prima della partenza per avere maggiore scelta riguardo a date ed orari. Le visite durano un totale di sette ore considerando il trasferimento da Cracovia ed il ritorno in città (circa un’ora e venti a tratta). I pacchetti sono tutti simili e comprendono come detto i trasferimenti da e per Cracovia, la guida in lingua ed il trasferimento tra i campi di concentramento di Auschwitz I e Auschwitz II Birkenau che distano tre chilometri e mezzo l’uno dall’altro. Il prezzo medio per questo tipo di escursioni si aggira sui 35-40 euro. 

Tra le tante opzioni in rete noi ci siamo affidati a Civitatis spendendo 36 euro a testa; il giorno della visita ci siamo recati al punto d’incontro in Plac Jana Matejki, qui siamo stati divisi su due autobus, uno per la visita in inglese e l’altro per quella in italiano e spagnolo. L’accompagnatrice era la guida del gruppo spagnolo e ci ha spiegato che sul posto avremmo incontrato la guida italiana. Durante il percorso di un’ora e venti verso Oświęcim si attraversa la campagna polacca e si passa in mezzo a boschi rigogliosi, la guida ci ha spiegato le regole generali: non è possibile portare zaini all’interno ma solo una borsetta/marsupio delle dimensioni massime di un foglio A4, non è possibile portare bevande e cibo se non una bottiglietta d’acqua, non si può fumare durante la visita e soprattutto, anche dopo diverse foto apparse su Facebook, non si possono fare selfie, foto irrispettose e scatti in bilico sui binari di Birkenau, purtroppo più che divieti queste sono raccomandazioni che purtroppo verranno disattese durante la nostra esperienza.

Auschwitz

COME ARRIVARE AD AUSCHWITZ

Tralasciando le gite organizzate che partono da Cracovia di cui abbiamo già parlato ci sono tre modi per raggiungere Auschwitz.

Con mezzo proprio o auto a noleggio

Se vi trovate in viaggio con il vostro mezzo oppure avete affittato un’auto a noleggio e volete raggiungere Auschwitz dovrete prendere la DW 780 che vi condurrà fuori dal centro città fino a raggiungere la A4 ed imboccarla in direzione Balinska a Chrzanow. Dopo 37 km prendete l’uscita Balin e seguite la DW 933 in direzione Oświęcim che raggiungerete dopo una ventina di km, qui troverete le indicazioni per giungere al campo di concentramento dove ci sono dei parcheggi a pagamento (circa 8 zloty per l’intera giornata, poco più di 2 euro).

In autobus

Partendo dalla stazione centrale seguendo la tratta Krakow-Oswiecim. La fermata più vicina è quella di Muzeum Auschwitz ed è servita solo dallla compagnia Lajkonik. Il sito è solamente in polacco quindi aiutatevi con un traduttore online e cercate la tratta Kraków – Chrzanów – Libiąż – Oświęcim.  Il costo è di 14 zloty ed è possibile acquistare il biglietto a bordo. 

I due vettori Marek Lewanski e GT Trans hanno come fermata più vicina quella di Wiezniow Oswiecimia che dista pochi minuti a piedi dal cancello del campo.

Tra i due campi di Auschwitz e Birkenau c’è un servizio navetta gratuito.

In treno

Il treno è una soluzione più scomoda del bus in quanto la stazione dei treni di Oswiecim dista circa due chilometri da Auschwitz e quindi una volta giunti a destinazione dovrete proseguire a piedi oppure chiamare un taxi. Il sito delle ferrovie polacche lo trovate a questo link: http://www.pkp.pl/en/ e dovete inserire come parametri per la ricerca Kraków Główny e Oświęcim. Prezzi e durata del viaggio dipendono dal tipo di treno selezionato. 

COME SI SVOLGE LA VISITA AD AUSCHWITZ

Auschwitz I

Che siate arrivati con un tour guidato oppure in autonomia vi troverete davanti all’ingresso del campo di concentramento originale, quello di Auschwitz I. Prima di entrare troverete un bar, macchinette automatiche ed uno store, le toilette sono al piano interrato e si pagano 2 zloty, anche con carta di credito!

Percorso della visita ad Auschwitz

Durante la nostra visita siamo giunti come già detto in autobus e ci sono stati lasciati quindici minuti liberi per fare colazione oppure andare in bagno dopodiché ci siamo incontrati con la nostra guida; lo step successivo è quello del passaggio dei controlli di sicurezza sulla falsariga di quelli aeroportuali, subito dopo vengono consegnate le cuffiette che vanno sintonizzate sulla frequenza indicata dalla guida poi la visita ha inizio. Si passa subito per il cancello con la celebre scritta Arbeit macht frei (Il lavoro rende liberi) la più grande menzogna di Auschwitz è proprio al suo ingresso. Ce lo immaginavamo più grande, imponente ma non è così, mette però ugualmente i brividi.

Il tristemente celebre cancello d'ingresso

Dopo aver attraversato i cortili esterni si arriva al blocco 4 al cui interno ci sono delle raccolte fotografiche su più piani che raccontano lo sterminio; nelle sale al piano terra ci sono le mappe dei campi di concentramento e mappe geografiche che raccontano la provenienza dei detenuti con tante fotografie che testimoniano gli arrivi con i treni e le modalità con le quali le persone venivano separate ed ingannate circa il loro destino. Salendo al primo piano è possibile capire sempre tramite raffigurazione fotografica come i prigionieri venissero condotti nei forni crematori, ignari del proprio destino e convinti di andare a fare la doccia; c’è anche una raccolta di barattoli di Ziklon B, il gas che veniva utilizzato per soffocare le vittime alle quali poi venivano prelevati tutti gli oggetti di valore, anelli, orecchini, denti d’oro prima di tagliar loro i capelli per terminare lo scempio nei forni crematori. Nella sala 5 al primo piano è possibile vedere una montagna di capelli, pare che quando giunsero i russi trovarono oltre 7000 kg di capelli conservati nei magazzini del campo. La visita al blocco 4 termina con una raccolta di tutti gli oggetti requisiti, si va dalle spazzole ai pennelli per la barba, rasoi, tegami, tazze e tanto altro in quanto tutti arrivarono sui treni ignari del vero disegno che li attendesse.

Successivamente si passa al blocco 5, dove sono raccolte le prove dello sterminio con cataste di valigie con i nomi dei deportati, scarpe, occhiali e protesi ed al blocco 6 che racconta la vita all’interno del campo:  ai nuovi arrivati venivano confiscati tutti gli effetti personali, vestiti compresi, poi venivano rasati, lavati e disinfettati prima di indossare il “pigiama”. Dopodiché venivano contrassegnati con numero, fotografati e registrati mentre in un secondo momento venne introdotto il tristemente noto tatuaggio con il numero di matricola. nella sala 3 sono raccolti i dipinti dei detenuti che cercarono di riportare su carta le barbarie di quei giorni mentre la sala 4 è dedicata ai bambini, la maggior parte dei quali venivano immediatamente condotti alle camere a gas in quanto inabili al lavoro e quindi inutili. 

Il blocco 11 è quello tristemente noto come Blocco della morte: c’è un cortile cinto da alte mura su ambo i lati tra i blocchi 10 ed 11, le finestre del blocco 10 avevano delle persiane fisse in legno per non permettere di assistere alle esecuzioni. Nel Muro della morte avvenivano le fucilazioni ed oggi è sempre pieno di fiori, nel cortile avvenivano anche le torture ed è ancora possibile vedere il paletto dove venivano appesi i detenuti con le mani legate dietro la schiena. Nei sotterranei del blocco 11 vennero effettuati i primi esperimenti con il gas Ziklon B e ci sono le celle dove venivano internati i detenuti: la cella 18 era quella destinata ai condannati a morire di fame, la cella 20 ai condannati a morte per mancanza d’aria mentre nella cella 22 ci sono quattro stanze di 90×90 centimetri destinate alle punizioni che contenevano fino a quattro persone per volta in quegli spazi angusti.

Tornando all’esterno si passa per il Piazzale dell’appello dove venivano contati quotidianamente i detenuti e dove spesso avvenivano anche esecuzioni di massa. prima di tornare verso l’uscita c’è un ultimo tremendo passaggio da fare che è quello dei forni crematori; la parte più vasta è data dall’obitorio che in casi di necessità veniva anche adibito a camera a gas supplementare, ci sono poi due forni dove veniva cremata una media di 350 corpi al giorno.

Muro della morte
Forni crematori

Auschwitz II - Birkenau

La nostra visita ad Auschwitz I è durata circa tre ore poi, dopo una breve pausa, ci siamo spostati in bus a Birkenau, il parcheggio dista qualche centinaio di metri dal campo che si raggiunge a piedi e subito saltano all’occhio i famosi binari. Birkenau è immenso, decine di volte più grande rispetto ad Auschwitz, c’erano oltre 300 baracche, la gran parte delle quali furono distrutte dai tedeschi nel tentativo di eliminare le prove, ad oggi ne restano integre 22 in legno e 45 in muratura.  Come detto in precedenza, nonostante le raccomandazioni abbiamo visto una coppia scattarsi selfie e foto sorridenti a raffica, poco fuori, sulla strada verso il parcheggio due ragazze giravano un video in equilibrio sui binari.

Percorso della visita a Birkenau

Birkenau era il più esteso tra i campi di concentramento dell’universo nazista tanto da arrivare a contare fino a oltre 100.000 prigionieri contemporaneamente presenti. Era dotato di quattro grandi forni crematori e di fosse che ardevano ininterrottamente giorno e notte, usate per i resti delle vittime che non si riusciva a smaltire nonostante le pur notevoli capacità distruttive delle installazioni di sterminio. Qui le condizioni igienico-sanitarie erano disastrose rispetto ad Auschwitz I, c’era carenza d’acqua ed i ratti la facevano da padroni.

Si raggiunge a piedi lo scalo ferroviario dove ci sono le rovine di alcuni forni crematori e camere a gas che i tedeschi hanno fatto saltare in aria durante la ritirata in un disperato tentativo di eliminare le prove del loro piano criminale. Tra le rovine dei crematori 2 e 3 si trova il Monumento Internazionale in Memoria delle Vittime del Nazifascismo di Auschwitz, inaugurato nel mese di aprile del 1967 mentre il crematorio 4 venne distrutto durante una rivolta dei detenuti. 

Qui,a differenza di Auschwitz I, siamo entrati anche nei dormitori oltre a passare proprio sopra i tristemente celebri binari, questi sono conservati allo stato originale, la maggior parte non ha un pavimento e durante le piogge oppure i gelidi inverni si creava un pantano putrido e puzzolente che portava cattivo odore e malattie.

I binari che portano a Birkenau

In queste poche righe abbiamo cercato di indicarvi come organizzare al meglio la visita di Auschwitz e Birkenau ma purtroppo ci riesce difficile andare oltre, fare un elenco schematico di ciò che si vedrà nel dettaglio all’interno di questi campi di sterminio, non si tratta di un bella città per la quale è facile descriverne le meraviglie, i punti d’interesse, i ristoranti migliori oppure un’escursione per la quale segnalare i punti panoramici più interessanti o la durata e la difficoltà del percorso, questa è un’esperienza che va vissuta personalmente ed ognuno ne trarrà le proprie conclusioni.

Dalla nostra esperienza quello che ci sentiamo di consigliare col cuore in mano è di prendere una guida, noi come abbiamo scritto in precedenza avevamo inizialmente prenotato il tour in autonomia, per fortuna ci siamo ravveduti ed abbiamo cambiato idea e siamo stati contentissimi della scelta fatta perché questo è un luogo che per essere compreso a fondo necessita del racconto di una persona che ne conosca la storia in ogni particolare. La nostra guida ha messo una passione nel raccontare gli eventi che ci ha fatto più volte accapponare la pelle e ci sono tanti passaggi che autonomamente non avremmo compreso come la foto del medico dalla cui ombra si vede il dito pollice indicare la destra per chi non è abile al lavoro e di conseguenza finirà direttamente nei forni crematori. Oppure le celle di punizione, guardandole così, di passaggio. si vedono solo i resti in muratura ma la guida ci ha spiegato che sono larghe 90 centimetri per 90 ed ospitavano fino a quattro persone per volta per 24 ore, per finire con i letti del campo di Birkenau, delle tavole in legno su tre piani che viste così non sembrerebbero nemmeno scomode ma quando la ragazza ci spiega che il regolamento prevedeva quattro persone per piano ma in realtà ce ne dormivano dieci, che chi era al piano inferiore doveva avere a che fare coi ratti e gli allagamenti, chi era in alto con le intemperie, il cattivo isolamento portava acqua e temperature anche di meno venti e per finire chi era in mezzo molto spesso veniva ricoperto dalle feci di chi era sopra di lui visto che tutti i prigionieri soffrivano di dissenteria a causa del mal nutrimento.

La visita mette duramente alla prova soprattutto guardando le stanze contenenti capelli, ossa, scarpe di ogni tipo ma è necessaria perché come diceva Primo Levi “ È avvenuto quindi può accadere di nuovo” e con l’aria che tira al giorno d’oggi…

È avvenuto quindi può accadere di nuovo

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