Itinerario: Bovec - Itinerario Storico di Caporetto (Slap Kozjak) - Funivia Kanin - Bovec
Preso dall’esaltazione di essere di nuovo in viaggio dopo due anni e mezzo dall’ultima vacanza seria ritorno alle solite abitudini e quindi alle 6 sono già in piedi, arzillo e con gli appunti in mano per programmare la giornata che va ad iniziare.
Finalmente alle 7:30 sono tutti in piedi, ci sistemiamo ed alle 8:45 lasciamo l’appartamento diretti a Caporetto (Kobarid per gli sloveni). Giungiamo a destinazione in quindici minuti, ho studiato per anni l’Itinerario storico di Caporetto e mi fa strano essere finalmente qui: sicuramente non riusciremo a completare tutto il tour a piedi però proviamo a cominciare. Giunti in paese prendiamo una strada in discesa che porta al Ponte di Napoleone, lo attraversiamo in auto e troviamo un posticino dove infilare la macchina; riesco a scattare qualche foto badando che Andrea non si fiondi giù dal ponte mentre Pamela ha in braccio Arizona. La difficoltà nello scattare le foto con la calma di una volta sarà la prima grande differenza che individueremo in questo viaggio rispetto a quelli in coppia.
Dopo qualche anno da questo viaggio siamo riusciti a percorrere per intero il sentiero dell’Itinerario storico di Caporetto abbinandolo alle Gole del Tolmin, potete leggere l’articolo completo seguendo il link sottostante.
Itinerario storico di Caporetto e Gole del Tolmin
Subito dopo il ponte la strada sale a sinistra ed immediatamente c’è un parcheggio ( 1 € all’ora), lasciamo la macchina all’ombra di un albero di fianco ad un banchetto che vende formaggi.
TIP OF THE DAY: proprio di fronte c’è una stradina in discesa che porta al Kamp Koren, se trovate posto potete lasciare qui l’auto lungo la strada gratuitamente.
Alle 9:30 iniziamo la nostra camminata lungo l’Itinerario storico di Caporetto: c’è un primo tratto in piano di dieci minuti accompagnato da verdi prati poi si inizia a costeggiare il fiume Isonzo che mostra il suo colore azzurro con delle tonalità che paiono innaturali. Ad un certo tratto c’è un ponte di legno sulla sinistra, lo attraversiamo per scattare qualche foto al fiume ma solo al ritorno ci rendiamo conto che era una delle deviazioni che portano alle linee di difesa della Prima Guerra Mondiale.
Giungiamo in una radura del bosco dove c’è un laghetto con una piccola cascata, ci sono delle famiglie che fanno il bagno e poco più avanti un sentiero in discesa che credevo conducesse alla Cascata Koziak (Slap Kozjak). Scendo con Andrea nello zaino, il percorso è scivoloso e ripido ma soprattutto non è quello per le cascate, c’è un salto minore ma non è quello che ci interessa.
Risalgo e continuiamo il nostro percorso, nel frattempo Arizona si addormenta nello zaino; dopo 35 minuti di cammino giungiamo in una gola, la temperatura si fa finalmente più fresca e ci si addentra verso la Cascata Koziak. Ci sono dei passaggi su ponticelli in legno e l’ultimo tratto bisogna farlo aggrappati a degli appigli in metallo incastrati nella roccia: capiamo che non è il caso di farlo con i bambini nello zaino, per lo più Arizona dorme ancora quindi andiamo uno alla volta a goderci il panorama delle cascate, nel frattempo Andrea si diverte a lanciare sassi nel fiume mentre, come già detto, la signorina ronfa beatamente nello zaino poggiato a terra suscitando le risate divertite dei passanti.
Ripartiamo ed anche Andrea si addormenta nello zaino, come detto in precedenza ci rendiamo conto della deviazione per le linee di trincea solo al ritorno ma con i bambini addormentati sulle spalle desistiamo.
Tornati in auto ci ripromettiamo di tornare quando i bimbi saranno più grandi e cammineranno autonomamente per fare il giro completo, promessa che ci faremo più volte durante questo viaggio ma se voi siete impazienti vi anticipo che il percorso dell’Itinerario storico di Caporetto dista circa 8 km e porta fino in città passando anche per il castello (Tonocov Grad), l’Ossario Italiano ed il Museo di Caporetto. Per maggiori dettagli vi rimandiamo nuovamente al link dell’articolo completo.
Essendo giunta ora di pranzo scendiamo al campeggio Kamp Koren dove troviamo un bellissimo posticino nel bar/pizzeria con vista sul fiume; ordiniamo due pizze che dividiamo con i bambini e le immancabili due birre grandi che con il gran caldo diventano subito quattro. Facciamo giocare un po’ la prole nel playground del campeggio e ci facciamo un’altra promessa, la prossima volta dormiremo qui, davvero bello questo campeggio con vista favolosa sull’Isonzo.
Riprendiamo la strada verso Bovec e ci fermiamo al parcheggio per la funivia del Kanin, paghiamo l’ingresso e saliamo immediatamente. Ci rendiamo subito conto che la temperatura all’interno è impossibile, c’è un caldo atroce e solo una piccola finestrella da dove entra un filo d’aria: è davvero difficile resistere e preferiamo scendere alla prima stazione intermedia dove non c’è nulla da vedere, vi partono esclusivamente dei trail, ma ne approfittiamo per respirare un po’. Ripetiamo la stessa operazione anche con la seconda stazione intermedia per giungere finalmente in vetta dove troviamo un leggero refrigerio ma senza quel freschetto che ci aspettavamo. Prendiamo due gelati, una Coca Cola ed una Red Bull nel ristorante poi usciamo nella terrazza all’aperto che non è però particolarmente invitante: un asfalto grezzo, dei tratti in catrame e delle ringhiere in lamiera che fanno tanto di lavori in corso. I bambini giocano a rincorrersi mentre noi scattiamo qualche foto al panorama.
Ci prepariamo per la discesa a valle, solita temperatura infernale ma questa volta facciamo una tirata unica, giunti al parcheggio ci fermiamo al bar dove cambiamo le magliette ai bambini che sono zuppe di sudore, poi visto il caldo insopportabile li lasciamo direttamente a petto nudo; beviamo un paio di Radler, piacevole alternativa alla birra di questa vacanza. Facciamo conoscenza anche con le api che infestano queste zone e saranno una costante anche in Austria, ovunque ci sia un bar vi sono tantissime api ed infatti ogni locale è attrezzato con barattoli di miele o stratagemmi simili per attirarle e distoglierle dalle bevande degli ospiti, cosa che sinceramente non riesce facilmente tant’è che più di una volta ci servono la birra con due sottobicchieri, uno appunto per l’uso classico e l’altro da porre sopra il bicchiere per evitare visite indesiderate.Alle 17:30, vinti dai 34 gradi, ce ne torniamo a casa passando sul solito ponte sull’Isonzo dove ci sono diverse persone che praticano kayak, i bambini dormono ed approfittiamo per farci una doccia in santa pace poi quando si svegliano laviamo anche loro.
Alle 19:30 usciamo per cena, andiamo in centro a Bovec ma troviamo la strada transennata, troviamo fortunatamente una macchina che lascia il parcheggio e ne occupiamo il posto. Scopriamo che l’accesso al centro è interdetto per una sorta di sagra paesana, c’è un palco con un complesso musicale, stand gastronomici e panche dove consumare i pasti. La nostra idea era di cenare presso la Gostilna Sovdat ma il locale è pieno così ci facciamo coinvolgere dal clima di festa del paese e prendiamo qualcosa in uno degli stand: due piatti di patate al forno più formaggio cremoso di capra e pecorino ed un piatto di polenta e frika, una sorta di pasticcio di formaggio e patate. Consumiamo il tutto su una panca sorseggiando due birre artigianali mentre i bambini tra un boccone ed un altro si rincorrono per la piazza festante.
Terminata la cena torniamo a casa per il meritato riposo.
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