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COME ARRIVARE AL FRANCOIS PERON NATIONAL PARK
L’unico ingresso al parco è quello nella parte sud a circa 10 km da Denham e una ventina da Monkey Mia, i soli due paesi presenti nelle vicinanze del Francois Peron; inoltre nelle due cittadine sono presenti due Visitor Centre dove reperire informazioni di ogni genere e prenotare tour ed escursioni guidate. Come sempre è buona prassi quella di fare visita ad uno dei centri visitatori prima di addentrarvi nel parco, a maggior ragione qui in quanto la zona è molto selvaggia e all’interno non vi sono presenti strutture di nessun genere.
COME MUOVERSI NEL FRANCOIS PERON NATIONAL PARK
Questo capitolo merita una menzione particolare in quanto c’è solo una strada (a parte due deviazioni) che attraversa da sud a nord il parco ed è completamente sterrata o addirittura fatta di sabbia infatti l’accesso dal Peron Heritage Precint, appena poco dopo l’ingresso, è consentito solo a vetture 4WD abbassando la pressione delle gomme a 15 psi; per fare tutto ciò poco dopo l’entrata è installata una colonnina dove sgonfiare e rigonfiare gli pneumatici del proprio veicolo prima e dopo la visita.
L’alternativa all’utilizzo di un mezzo proprio è quella di affidarsi ad un tour operator e partecipare ad una visita guidata che tocca tutti i punti principali del parco, io non sono mai stato avvezzo a questo tipo di tour ma devo dire che nel caso del Francois Peron lo consiglio caldamente in quanto come detto precedentemente si tratta di una zona davvero molto selvaggia che, per essere visitata in autonomia, necessita di una profonda esperienza di guida 4WD; noi ci siamo affidati all’ottimo Wula Gura Nyinda Eco Cultural Adventures.
COSA OFFRE IL FRANCOIS PERON NATIONAL PARK
Le principali attività che offre il parco sono la possibilità di nuotare e fare snorkeling immersi in acque cristalline circondati da svariate specie di pesci, la pesca e il noleggio di kayak e canoe ma quello che vi lascerà sicuramente più a bocca aperta è l’incredibile contrasto tra il colore delle acque con la sabbia e le rocce e la fortissima sensazione di sentirsi in un posto completamente selvaggio e immerso nella natura più incontaminata. Seguendo la mappa del parco poco prima dell’ingresso c’è una piccola deviazione sulla sinistra che porta a Little Lagoon un placido lago salato dove poter fare il bagno e dove è presente una zona barbecue con vere e proprie piastre a gas; qui c’è la possibilità di arrivare in totale autonomia in quanto la strada non presenta nessun particolare problema. Subito dopo l’ingresso al parco un’altra deviazione sulla sinistra vi porterà a Big Lagoon dove potrete cominciare ad ammirare la vera essenza del parco: spazi sconfinati dove la natura è ancora la padrona incontrastata e riesce a mostrare tutta la sua bellezza, le acque dell’oceano si incanalano con impeto all’interno di queste lagune naturali.
Man mano che ci si inoltra nel parco la strada diventa sempre più dissestata e di conseguenza i tempi di percorrenza sono molto dilatati. Proseguendo verso la punta nord della penisola si raggiunge la zona di Gregories dove le calme e basse acque della Gregorys Bay vi consentiranno di fare un bagno in tutta tranquillità. Qui, come a Little Lagoon, c’è la possibilità di utilizzare la zona barbecue e godersi un pasto con vista mozzafiato. Ormai siamo quasi arrivati alla fine della strada prima però è assolutamente d’obbligo passare per il magnifico belvedere di Skipjack Point, qui è stata creata una passerella ad hoc che dal parcheggio vi porterà in cima al promontorio dove potrete letteralmente godere di una vista a 360° sulle secche sottostanti avvistando dugonghi, tartarughe, razze, mante e squali ed in lontananza l’estremità della penisola. Se avete con voi un binocolo non dimenticatelo in macchina perché potrà aiutarvi negli avvistamenti.
Ed infine proseguendo fin dove finisce la strada si raggiunge il famoso Cape Peron ossia la punta nord del parco, da qui si possono osservare la acque della baia che entrano nell’oceano e tra l’altro non è assolutamente cosa rara vedere nuotare i delfini a pochi metri dalla riva, prestate però molta attenzione se decidete di fare il bagno perché ci possono essere correnti pericolose.
WILDLIFE
Nel parco avrete sicuramente la possibilità di avvistare molte specie animali sia marine che terrestri e alcune di queste molto rare come il bilby, il megapodio del mallee e il pitone woma; oltre a queste specie caratteristico del parco è il thorny devil (diavolo spinoso) e l’echidna, circa un centinaio tra rettili ed anfibi, uccelli migratori e canguri. Per quanto riguarda le specie marine possiamo citare dugonghi, razze, mante, delfini, squali.
LA NOSTRA ESPERIENZA AL FRANCOIS PERON NATIONAL PARK
Noi, come abbiamo scritto in precedenza, abbiamo scelto di unirci ad un tour guidato del parco non avendo noleggiato una 4WD e non avendo particolare esperienza nella guida off-road. La scelta, leggendo le recensioni positive, cade su Wula Gura Nyinda che, tra le varie escursioni, offre una giornata intera all’interno del parco con una jeep 4WD.
L’orario di partenza è fissato per le ore 8.30 davanti al Visitor Centre di Denham e oltre a noi c’è solo un turista australiano proveniente dalla costa est; sono le nove ma della guida nemmeno l’ombra ma il signore australiano ci dice che da queste parti è normale, non hanno la fretta che abbiamo noi in Italia.
Finalmente alle 9:15 arriva la nostra guida con un’enorme jeep in classico stile australiano ed il tour può iniziare.
Siamo davvero eccitati in quanto riponiamo molte aspettative verso questo parco dopo aver visto foto e video delle sue bellezze.
In poco più di 10 minuti dopo esserci lasciati Little Lagoon sulla sinistra entriamo nel Francois Peron National Park e la nostra guida si ferma per sgonfiare le gomme come consigliato perché da qui in poi sarà tutto sterrato.
Dopo 2 km prendiamo una deviazione sulla sinistra che ci porterà in 10 km ed una serie innumerevoli di sobbalzi alla prima tappa di giornata; siamo quasi arrivati quando la guida ferma la jeep in mezzo alla strada e ci dice di scendere velocemente indicandoci con il dito di guardare bene poco davanti a noi tra la sabbia rossa. Ed ecco il primo incontro con la famosa wildlife presente nel parco! Un bobtail skink, nonostante sia “solo” una specie di lucertola desta in noi molta curiosità in quanto si può trovare solo in Australia e nello specifico in zone aride.
Montati nuovamente sulla jeep in pochi minuti siamo finalmente a Big Lagoon, una serie di laghi e lagune dai colori spettacolari; all’ingresso della laguna c’è una forte corrente complice forse anche il vento che tira in questo momento e che caratterizza questa parte di costa. Il contrasto tra il verde smeraldo e blu delle acque con il rosso delle rocce e della sabbia circostanti ci lascia letteralmente senza fiato. Ci rilassiamo un po’ mentre la nostra guida prepara un caffè con qualche biscotto sotto una struttura molto spartana ma ben tenuta; all’interno del parco non c’è possibilità di acquistare cibo o bevande ma sono presenti tavoli e zone barbecue con piastre a gas dove cucinare in totale autonomia. Dopo circa 45 minuti la nostra guida è nuovamente al volante e dopo aver ripercorso i 10 km della deviazione torniamo sulla strada, in realtà non è altro che una striscia di sabbia rossa che attraversa il parco da sud a nord. Da qui occorrono circa 20 km a lenta percorrenza per raggiungere Gregories, la tappa dove volendo potremo fare il bagno e poi pranzare. Come in precedenza ad un certo punto la guida inchioda la jeep e sempre in mezzo alla strada facciamo conoscenza di un piccolo quanto bizzarro animale che popola questi territori, il diavolo spinoso (thorny devil). Si tratta di un piccolo rettile di circa 20 centimetri con il corpo completamente ricoperto di spine e di colore che va dal giallo al marrone al nero, a seconda dell’ambiente, per potersi mimetizzare. La guida lo raccoglie da terra e lo mette sulla nostra mano, si sentono bene le sue spine sulla pelle. Dopo pochi minuti lo rimette sulla sabbia ma a lato della strada in modo che una vettura non rischi di schiacciarlo.
Tornati in marcia arriviamo a destinazione verso le 12.30, incredibilmente ci siamo solo noi ed è una situazione assolutamente piacevole! Durante tutta la giornata avremo incontrato al massimo una decina di altre vetture. Dopo qualche foto ci spogliamo e facciamo subito il bagno nelle acque basse della baia, l’acqua non è caldissima e tira un forte vento quindi decidiamo di goderci un po’ di relax giocando sulla spiaggia insieme ai bimbi.
Il nostro consiglio: viaggiando da queste parti è sicuramente utile portare con sé le scarpette da scoglio in gomma per poter fare il bagno in quanto spesso i fondali possono essere rocciosi o addirittura si possono trovare i coralli!
Qui il tempo vola ed è già ora di pranzo, mai mi sarei immaginato di pranzare davanti ad una location del genere. La nostra guida ci cucina sul barbecue dell’ottimo pesce fresco!! Scambiamo un po’ di chiacchiere con il nostro compagno di viaggio (il signore australiano) ed è molto incuriosito dal fatto che dall’Italia siamo proprio venuti nella Western Australia visto che a detta sua di rado si trovano da queste parti turisti dal Bel Paese. Rigenerati dal pasto e dopo aver scattato altre foto ci rimettiamo in marcia intorno alle 14.00 dirigendoci verso quello che viene considerato, a giusta ragione, il viewpoint più spettacolare dell’intero parco ossia Skipjack Point. Dal parcheggio c’è una passerella che porta dritti al belvedere dove si gode di una vista pazzesca a 360 gradi ed è proprio qui il punto migliore dove poter avvistare mante, razze, dugonghi, tartarughe, delfini e squali nelle limpide acque di Shark Bay. Notiamo subito alcuni squali nelle acque basse, non sono molto grandi ma fanno sempre il loro effetto; avvistiamo in lontananza anche un dugongo peccato solo non avere avuto il binocolo. Oltre alla possibilità di avvistamenti da qui si vede in lontananza Cape Peron. Sulla sabbia intorno a noi la guida ci fa vedere alcune tracce di canguri e serpenti, siamo davvero immersi in un luogo selvaggio.
Il tempo corre via veloce e c’è ancora da percorrere un piccolo tratto di strada per raggiungere la punta della penisola Cape Peron dove la terra lascia spazio alle incontaminate acque dell’Oceano. Tira un forte vento ed appena scesi dalla jeep vediamo una ragazza che sta facendo il bagno attorniata da alcuni delfini, che spettacolo!!! Qui la sabbia e le rocce assumono colori davvero intensi, un posto che non vorremmo mai lasciare ma purtroppo il tempo vola e alle 15.30 circa siamo sulla via del ritorno.
Impiegheremo circa un’ora e mezza ad arrivare al Peron Heritage Precinct dove la nostra guida e il signore australiano si rilasseranno facendo un bagno nella hot tube presente qui mentre noi facciamo due passi immaginando come potessero essere la vita e il lavoro dei tosatori dell’epoca.
Alle 17.30 siamo nuovamente davanti al Visitor Centre di Denham e con grande dispiacere il nostro tour può considerarsi terminato, salutiamo la guida e il nostro compagno di avventura e ci auguriamo davvero di poterli rivedere in un viaggio futuro.
Concludendo posso dire con assoluta convinzione che il Francois Peron National Park è un parco da vedere una volta nella vita, è un’esperienza senza eguali, raramente mi è capitato di provare una così netta sensazione di trovarmi immerso in un ambiente così selvaggio dove la natura è ancora l’indiscussa padrona.
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